La vera sfida nel settore dell’acquacoltura oggi è quella di mettere a punto proteine derivanti da piante e insetti per sostituire la farina di pesce nei mangimi.
Acquacoltura. Si intensifica la ricerca di mangimi più sostenibili – La vera sfida nel settore dell’acquacoltura oggi è quella di mettere a punto proteine derivanti da piante e insetti per sostituire la farina di pesce nei mangimi. Uno sforzo notevole verso questa direzione lo sta facendo un gruppo di ricerca dell’Università del Saskatchewan – USask (Canada) in collaborazione con una serie di gruppi industriali, tra questi anche BioMar, Evonik e InnovaSea.
Lynn Weber, professoressa di scienze biomediche veterinarie e co-leader del progetto ha sottolineato che le proteine sono di gran lunga l’ingrediente numero uno che determina il tasso di crescita dei pesci così come sono da considerarsi l’ingrediente più costoso nella produzione di mangime e che il mangime è la voce più costosa nella catenda di produzione dell’acquacoltura.
Per ridurre i costi, i produttori di mangimi stanno tenendo in seria considerazione proteine derivate da soia, ma la domanda come alimento umano ha reso la soia costosa.
La professoressa Weber sostiene che ingredienti come fave e piselli forniscono una migliore alternativa proteica. La ricerca si è focalizzata quindi sull’utilizzo di nuovi metodi di lavorazione come la fermentazione con lievito, per rimuovere i fattori antinutrizionali dai legumi.
USask, situata nel cuore di una provincia che produce un’abbondanza di piselli, fave e altri potenziali ingredienti per mangimi, è attrezzata in modo unico per proseguire nell’ambiziosa ricerca. L’università si avvale di esperti di livello mondiale nello sviluppo e nella lavorazione degli ingredienti dei mangimi, insieme a scienziati di prim’ordine in tossicologia, studi ambientali, intelligenza artificiale (AI) e fisiologia animale, nutrizione e scienze comportamentali che sono collaboratori del progetto.
Fonte: Pesceinrete.com