Le tradizionali canoe di legno dei pescatori artigianali al largo della costa del Ghana si trovano a dover condividere il loro spazio di mare con i pescherecci industriali cinesi.

La pesca artigianale ghanese soccombe alla Cina – Le tradizionali canoe di legno dei pescatori artigianali al largo della costa del Ghana si trovano a dover condividere il loro spazio di mare con i pescherecci industriali cinesi, sempre più numerosi e impegnati a sottrarre pesce dalle acque.

Mentre i cinesi godono di ricche catture, i pescatori artigianali del Ghana si impoveriscono giorno dopo giorno. Questa situazione preoccupante è alimentata dalla superiorità delle navi cinesi in termini di dimensioni e capacità, che non solo danneggiano deliberatamente le reti delle barche locali, ma stanno anche esaurendo le risorse ittiche dell’oceano.

Un singolo peschereccio cinese ad alta tecnologia può catturare in un solo giorno una quantità di pesce cinque volte superiore a quella che una piccola flotta di pescatori artigianali di un villaggio riuscirebbe a catturare in un anno. Questo copione si ripete lungo l’intera costa dell’Africa occidentale, dove centinaia di migliaia di persone dipendono dal mare per il loro sostentamento.

La diminuzione delle catture è supportata dai dati della ricerca. Uno studio della Commissione per la pesca del Ghana ha dimostrato che nel 2019 le catture di sardine, sgombro e acciughe erano solo il 40% di quelle registrate nel 1993. Questa tendenza colpisce duramente un paese in cui la pesca è fondamentale per la sopravvivenza delle comunità locali. La popolazione si sente derubata di ciò che le spetta di diritto.

I pescherecci cinesi operano nelle acque dell’Africa occidentale da decenni. Già negli anni ’80, i mari territoriali della regione mostravano segni di pesca eccessiva, e il Ghana aveva istituito una flotta dedicata per preservare posti di lavoro e il rifornimento di pesce. Negli ultimi due decenni, però, la flotta cinese si è espansa rapidamente e supera di gran lunga la capacità di pesca di qualsiasi altro paese. Oggi, la flotta cinese conta migliaia di navi, tra cui numerosi pescherecci a strascico. Le navi più grandi possono rimanere in acque internazionali per lungo tempo grazie alle navi madre con capacità di stoccaggio elevate.

Sebbene gran parte delle attività di pesca cinese non violi le normative vigenti, sono emersi numerosi casi di pesca illegale, violazione dei diritti umani e corruzione. Questo problema è particolarmente evidente nelle acque del Ghana, dove l’industria della pesca cinese ha adottato un approccio diverso. Nonostante la legge ghanese proibisca le licenze di pesca per navi straniere, oltre il 90% dei 74 pescherecci a strascico autorizzati nel paese sono di fatto di proprietà cinese attraverso società gestite localmente. Questa situazione è stata messa in luce nel 2018 dall’Environmental Justice Foundation (EJF).

La situazione richiede una maggiore consapevolezza e azioni concrete per proteggere le risorse marine dell’Africa occidentale e garantire un futuro sostenibile per i pescatori artigianali locali. È necessario promuovere politiche di gestione responsabile delle risorse ittiche, combattere la pesca illegale e promuovere la cooperazione internazionale per preservare i mari e le comunità che dipendono da essi.

Fonte: pesceinrete.com

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