Chi consuma abitualmente pesce di piccole dimensioni sta facendo la scelta più intelligente, dal momento che i piccoli pesci contengono grandi quantità di acidi grassi omega-3, ma nessuna delle sostanze inquinanti per cui invece i pesci di grandi dimensioni sono tristemente famosi. Grandi pesci come tonno o pesce spada vivono molto più a lungo dei piccoli pesci e quindi hanno maggiori opportunità di accumulare metalli pesanti come il mercurio e inquinanti organici persistenti come diossine e bifenili policlorurati.
I piccoli pesci sono generalmente utilizzati come cibo per altri animali.
Con l’impoverimento degli stock di pesci di grandi dimensioni è diventato commercialmente vantaggioso farli crescere in cattività alimentati con mangime a base di farina di pesce. Circa un quarto dei 120 milioni di tonnellate di pesce pescato all’anno viene inviato a impianti di riduzione in cui viene cotto, pressato, essiccato e macinato fino ad essere ridotto infarina di pesce e olio di pesce per poi venire utilizzati rispettivamente come mangime per animali e additivi, per lo più per salmoni e altri pesci carnivori.
Ma i pesci piccoli sono cibo per molte persone che vivono in svariate parti del mondo, soprattutto nei paesi in via di sviluppo dove spesso rappresentano l’unica proteina animale accessibile.
Ecco che spesso, queste popolazioni povere, devono competere per una parte significativa del loro approvvigionamento di generi alimentari. Per le persone in Africa occidentale, l’accesso a piccoli pesci è una questione di sicurezza alimentare e di equità.
Fonte: Pesceinrete.com