È quanto emerge da uno studio del gruppo di Ecologia del Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Prevenzione dell’Università di Ferrara, pubblicato sulla rivista Science of The Total Environment

Produrre cozze aiuta a contrastare il surriscaldamento globale – Il segreto è nei gusci di vongole e cozze, in grado di assorbire anidride carbonica e che pertanto possono essere considerati un pozzo netto di carbonio. La molecola di Co2 biocalcificata nel guscio è intrappolata in forma insolubile, e rimossa dall’ecosistema marino al momento della raccolta dei molluschi e in tutta la fase di accrescimento vongole e cozze sottraggono più Co2 di quella che rilasciano, risultando carbon negative.

Nieddittas, il brand che gestisce l’intera filiera della mitilicoltura nel Golfo di Oristano, da sempre attenta ai temi green e che della sostenibilità ne ha fatto il suo principale driver di sviluppo, ha accolto con piacere l’esito dello studio, Manila clam and Mediterranean mussel aquaculture is sustainable and a net carbon sink, condotto dall’Università di Ferrara.

Utilizzando un approccio ecosistemico la ricerca ha analizzato la capacità di immagazzinare Co2 da parte di vongole e mitili nella Sacca di Goro, il principale sito di produzione in Europa, nell’area del Delta del Po. Ne è emerso che ogni chilo di vongole veraci è in grado di “mangiare” 254 grammi di Co2, mentre le cozze ne assorbono 146 grammi. L’anidride carbonica emessa per allevare i molluschi è minore di quella che viene catturata. Allevare un chilo di vongole, infatti, genererebbe 22 grammi di Co2 (con una differenza di 232 grammi), quello di cozze 55 grammi (con una differenza di 91 grammi per ogni chilo). Come dimostrano i dati dello studio l’impatto ambientale della produzione di queste due specie è dunque davvero basso. Secondo la ricerca “solo pochi settori alimentari hanno il potenziale di servire come attività di stoccaggio del carbonio per diminuire le emissioni antropogeniche di Co2 e l’acquacoltura dei molluschi è potenzialmente uno di questi”.

Nello studio si legge che nel 2020 sarebbero 12.800 le tonnellate di vongole veraci allevate nella Sacca di Goro e avrebbero abbattuto 3.000 tonnellate di anidride carbonica. Inoltre, calcolando che in tutta Italia vengono prodotte circa 27 mila tonnellate di vongole e 72 mila tonnellate di cozze, ogni anno grazie ai molluschi verrebbero eliminate dall’ambiente in modo permanente quasi 13 mila tonnellate del noto gas tra i più difficili da contrastare nella lotta all’inquinamento. Secondo questi calcoli anche le cozze Nieddittas sottraggono più Co2 di quello che rilasciano, l’azienda che ogni anno produce circa 13.000 tonnellate di cozze contribuisce anch’essa al contrasto della crisi ambientale.

Caterina Murgia, Amministratore Delegato Nieddittas, ha commentato: «Se vogliamo agire sull’inquinamento atmosferico e sui cambiamenti climatici, allora dobbiamo puntare a obiettivi efficaci e perseguibili. La produzione alimentare ha una grande responsabilità sui livelli di gas serra nell’atmosfera. Per questo Nieddittas nel contrastare la crisi climatica è da sempre particolarmente attenta ai temi legati alla sostenibilità e in particolare all’economia circolare in tutti i processi aziendali, dalla produzione all’imballaggio, dai controlli alle certificazioni, prediligendo una filiera a impatto zero o addirittura, come nel caso di vongole e cozze, ‘carbon negative’».

Fonte: Pesceinrete.com

 

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